di Luca Rendina


Ritornare sui propri passi per ritrovarli significa, simbolicamente, visitare i luoghi confinati nella memoria e nella galleria dei ritratti. Ogni tanto ognuno di noi prova il bisogno di tuffarsi e fare un bagno nelle acque gelide del passato per ritrovare il proprio tempo. "Tempi supplementari" è il viaggio temporale che Massimo Giordano ci propone in queste nuove opere, tutte con almeno una doppia possibilità d'interpretazione. Sono immagini misteriose e affascinanti, disegnate con lo sguardo del fotografo con esattezza geometrica e, nonostante diano una sensazione di rilievo tridimensionale, non hanno un significato reale e quindi diventano una grande occasione di meditazione e di viaggio interiore.
di Luca Rendina
La geometria, presente nelle scale viste e fotografate, è un tentativo per tornare alle origini, la ricerca di una quadratura mentale, il momentaneo bisogno di respirare aria pura. I "Tempi supplementari" si confrontano con lo spazio, riempiendo l'apparente immobilità esterna con le tensioni interiori, mutando, logorando, stratificando le emozioni che la visione di queste fotografie suscitano.
Percepiamo o intuiamo in questi rapporti spazio-tempo e suono-silenzio la scoperta di un identità perduta e le combinazioni di elementi opposti. Sono opere che contribuiscono a riconoscere il nostro tempo e a reagire nel migliore dei modi ai suoi molteplici stimoli.